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"LA POESIA È MORTA, VIVA LA POESIA !

SE LA POESIA È FIUME E LA PROSA MARE, QUANDO  IL FIUME, ABBANDONANDO SPONDE E ALVEO SFOCIA IN MARE, PERDE LA PROPRIA IDENTITÀ DI FIUME.

COSÌ ANCHE LA POESIA NON È PIÙ POESIA PERCHÉ DIVENTA PROSA A TUTTI GLI EFFETTI."

CHIUNQUE TU SIA,

BENVENUTO IN CASA MIA.

 

Se vuoi saper chi sono,

come scrivo e cosa scrivo,

va alle opere, scegli,

siediti comodo, tappa

le orecchie, spalanca gli occhi,

la mente e il  cuore,

leggi e dimentica le ore.

Monte Generoso

 

Un refolo d’aria

carezza la guancia.

In vetta un uomo si lancia

in parapendio,

forse va in cerca di Dio.

 

Un solco di luce,

perfora il fogliame,

traluce candor di pietrame…

poi varia la sua direzione.

Vocìo di  persone.

 

Riflesso da specchio

lo sguardo di un vecchio

compare, scompare. Fobia

nel buio in galleria.

La cremagliera che stride

 

in curva e deride

il montano silenzio:

l’assenzio

che vado cercando,

sognando, invocando.

 

Il monte che incombe sul lago

esala un vago

profumo di fiori,

indefinibili odori.

C’è un corvo che vola lontano.

 

In vetta

che cosa mi aspetta?

Non so neppur io,

ricordi di vecchie torture,

di trafitture

 

che impressero un segno,

tarparon l’ingegno.

La specola chiusa s’un cielo

coperto da un esile velo

preclude l’arcano.

 

Ricordi e null’altro,

che sono il vincastro,

il solo bordone

alle persone: preghiera

sul far della sera.

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